Jack Reacher sta arrivando, quasi un eremita con una missione sulle spalle, lui porta la luce dove c’è oscurità, lui difende il bene ad oltranza, lui va controcorrente; uomo schivo, evita i legami ed è introvabile tranne quando è necessario fare trionfare la verità. Ex militare, responsabile di altre vite, Jack ha visto la guerra ed ha dovuto digerire atrocità sino al giorno in cui, tornato in America, si è dato alla macchia. Il nostro moderno salvatore pare sentire un richiamo, impercepibile dai più, per materializzarsi quando il suo acume è l’unico in grado di salvarci. Ecco come si presenta ai nostri occhi l’eroico protagonista di questa storia.
Jack Reacher ha il volto di Tom Cruise un attore che, mai come in questo caso, sembra aver arrestato il tempo e vivere in un fermo immagine, come ci conferma il fatto che al termine della proiezione i paragoni con il mitico sguardo “magnum” di Zoolander già si sprecano! Nonostante Tom/Jack sia spesso e volentieri a torso nudo (o con magliettina attillata di una taglia troppo piccola), non è un “modello bello bello da impazzire” bensì un ex poliziotto che viene citato da un uomo arrestato dall’FBI.
Il nostro statico divo porta al cinema un personaggio nato dalla penna di Lee Child e mentre la versione cartacea è arrivata alla diciassettesima avventura, noi seguiamo l’esordio su grande schermo di questo investigatore anticonvenzionale e poco socievole ma con un istinto nel trovare la verità. Così quando la polizia arresta un cecchino, grazie a prove che paiono schiaccianti, Jack appare (ed è proprio il caso di dirlo) per affiancare l’avvocato difensore nel costruire la difesa del ragazzo e… una serie di eventi inattesi si verificheranno.
Il film è avventuroso, Jack incontra sulla sua strada molti ostacoli, la trama s’infittisce, ma mai a discapito di scontri ed inseguimenti (d’altro canto regista/ sceneggiatore è il premio Oscar per i Soliti Sospetti Christopher McQuarrie, ndr) e si sente un forte profumo di cinema del passato, anche solo per il fatto che il cattivo arriva direttamente dalla Siberia e parla come se fosse sceso, anzi buttato giù (!), da un aereo solo pochi giorni fa.
Supportato da un cast che sa il fatto suo ed impreziosito da un Robert Duvall ironico, il film scorre e riporta nei cinema l’azione come non accadeva da un bel po’. Dato che recentemente ci è capitato più volte (da ultimo proprio con la nuova fatica di Robert Redford, fuggitivo in The Company You Keep) ci sorge il sospetto che Hollywood stia rispondendo positivamente alla nostra voglia di rinunciare a qualche mega-super-mirabolante effetto speciale a favore di storie umane, lineari ed in cui alla fine, a fatica, il bene trionfa sul male.
Voto: 6+. Promuoviamo la trama, lo sforzo vintage e l’assai glaciale presenza di Werner Herzog davanti alla macchina da presa. Opera adatta agli ammiratori di eroiche avventure in cui le cose non sono mai come appaiono, si sprecano bossoli, ci si picchia come dei fabbri e ogni volta che si accendono i motori un treno di gomme rimane tatuato sull’asfalto. Un film che fa bene all’autostima, la dimostrazione che si possono avere altezza, tratto e muscoli nella media e avere un gran successo ;)
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”