Steven Soderbergh è tornato, anzi ha scelto proprio Berlino per mostrare in anteprima il suo ultimo film – alla faccia dei rumors che lo volevano fuori dai giochi per sempre (!) – e si presenta in Berlinale con al seguito la donna più desiderata del momento, la lottatrice Gina Carano, e i due sex symbol Michael Fassbender e Antonio Banderas. La sua entrée al Festival è in tutti i sensi roboante, nessuna discesa da sportivissima fuoriserie, solo una storia che ruota intorno ad una inconsueta attrice.
Haywire, alias “Knockout – Resa dei Conti” a casa nostra per motivi a me davvero oscuri, è infatti un action movie in cui si spara, ce le si da di santa ragione e che omaggia i film di spionaggio dell’epoca d’oro di James Bond. Mallory, infatti, è un’ex-marine che oggi si mantiene lavando i panni sporchi a contratto, ma (come da copione) un giorno inspiegabilmente verrà incastrata da qualcuno di molto vicino. Tra un calcio e l’altro, inizia quindi una fuga/ricerca della verità attraverso l’Europa (e non solo) che ci fa godere il tramonto di Barcellona ma l’alba sui tetti di Dublino.
Intorno alla protagonista solo colleghi di cui non si può fidare, luoghi ostili e il tempo che gioca a sfavore. Ma Mallory è potente in tutti i sensi, l’esuberanza del fisico va a braccetto con il personaggio e Gina è davvero convincente, forse proprio perché nella vita è una vera lottatrice. Soderbergh ha il merito di andare sempre per la propria strada e di non sbagliare mai direzione: ha confezionato un ben ritmato, non rumoroso, avventuroso film di azione condito di spionaggio un po’ retrò, ribaltando però i ruoli e mettendo una donna in un mondo di uomini ma senza mai avere intenzione di farla soccombere, anzi…
Nessun messaggio femminista è da ravvedersi in tale inusuale scelta e alcuna rivendicazione politica è da associare ai luoghi scelti per queste due ore di intrattenimento, Soderbergh è semplicemente fatto così. Quindi non stupisce neppure che nonostante un cast da brividi (che annovera oltre a Fassbender e Banderas pure Michael Douglas, Ewan McGregor e Channing Tatum) il ruolo da protagonista abbia deciso di affidarlo ad una attrice non professionista e che candidamente in conferenza stampa abbia sottolineato come “senza Gina il film non sarebbe esistito”!
Fossi in Ethan Hunt inizierei ad avere i brividi, perché nonostante la pellicola sia stata concepita con un’anima propria, vi sono tutti i presupposti per diventare oggi regina del botteghino e domani la sorella maggiore di nuovi avvincenti episodi; e, come se non bastasse, per la prima volta abbiamo di fronte una donna, meno eterea di Angelina Jolie e molto più simile alla nostra vicina di casa, in grado di correre con un mitragliatore sottobraccio facendo sentire noialtre forti anzi fichissime e convincendo gli ometti (anche i più scettici) di quanto siano fortunati a non avere al loro fianco una donna che picchi così :-)
Non aggiungerà pietre miliari alla cinematografia ma, forse per i troppi drammi in 35mm visti in quei giorni di festival, è stata una ventata di aria fresca!
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”