Come regolarmente accade, gennaio finisce per essere un mese di consuntivi. Chi è stato l’artista rivelazione dell’anno precedente, chi ha fatto più punti in Serie A nei 365 giorni appena trascorsi, quale è stata la canzone più gettonata da radio e lettori mp3. E, naturalmente, i cento libri più venduti del 2011.

Non vi tedierò con l’intera graduatoria e mi limiterò, come di consueto, alle prime dieci posizioni, ma val la pena individuare qualche curiosità anche nelle zone meno nobili della classifica.

Brillano per la loro assenza i grandi classici nonostante le spinte “scolastiche” e probabilmente a causa della frammentazione in più edizioni che li contraddistingue. Con una lodevole eccezione in Top Ten, di cui dirò, spicca soltanto George Orwell che ritroviamo in classifica con “1984” e con “La fattoria degli animali”. Facciamo mente locale sulla situazione storico-politica attraversata negli ultimi dodici mesi e rendiamoci conto che non può essere un caso…

Fra gli abituali frequentatori dei gradini più alti del podio, sorprendono il 65° posto di Eco con “Il cimitero di Praga” e il 96° di Stefano Benni con “Le Beatrici”. Non stupisce più – al contrario – la manualistica culinaria che vede tre libri di Benedetta Parodi nelle prime 30 posizioni.

Ora è giunto il momento di scalare la vetta dei dieci libri più venduti del 2011. Allacciatevi le cinture, si parte!

Dalla decima alla quinta posizione ci possiamo dilettare con due saggi, due romanzi e un grande classico. Apre infatti la Top Ten Giorgio Faletti che – oltre ad “Appunti di un venditore di donne”, 71° – piazza al decimo posto il recentissimo “Tre atti e due tempi”, di cui ho raccontato qualcosa qui. Lo precede in nona posizione “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry, favola di educazione sentimentale ormai senza tempo che nel 2013 festeggerà i sessanta anni dalla prima pubblicazione. Certamente più moderna ma senza dubbio pervasa da una sorta di simile magia la biografia di Steve Jobs scritta da Isaacson che si proietta in ottava posizione, superata (ahimè + sospiro + scuotimento del capo) dal preoccupante “Un regalo da Tiffany”, dominatore dell’estate su cui non aggiungerò altro a quanto già narrato qui. Chiude il quintetto il saggio più alto in classifica, “Vieni via con me” di Roberto Saviano.

Nelle due posizioni che precedono il podio accogliamo due autori italiani, sicuramente molto differenti tra loro ma accomunati dalla capacità di produrre romanzi destinati a scalare gradimento e classifiche di vendita. Andrea Camilleri si posiziona quinto con “Il gioco degli specchi”, con cui abbiamo salutato un convincente ritorno del commissario Montalbano. Da sottolineare che l’autore siciliano riesce ad inserire in Top 100 altri due suoi romanzi, a testimonianza di una vitalità letteraria sempre molto apprezzata dal pubblico.
In quarta posizione sfiora il podio Margaret Mazzantini con il suo “Nessuno si salva da solo”. Ed anche in questo caso, vanno evidenziati anche il 44° posto di  “Mare al mattino” (tra l’altro di recente pubblicazione, e destinato quindi a migliorare) ed il 72° di “Venuto al mondo” della stessa autrice.

In terza posizione conquista il gradino più basso del podio “Il linguaggio segreto dei fiori” di Vanessa Diffenbaugh, a cui hanno giovato sia il potentissimo strumento del passaparola che una strategia editoriale davvero azzeccata: le copertine florealmente personalizzate si sono imposte come vera novità del 2011.

Medaglia d’argento a “Il profumo delle foglie di limone” di Clara Sanchez. A me non ha detto moltissimo ed è pure impreziosito da una copertina al limite dell’inosservabile, ma il giudizio del popol lettore è sovrano ed io mi inchino (perplesso).

Il vero dominatore dell’anno solare letterario 2011 è Fabio Volo. “Le prime luci del mattino” supera le 270.000 copie vendute e si posiziona primo per distacco (+25% rispetto alla seconda classificata), e non finisce qui: “Esco a fare due passi” è 90°, “Il tempo che vorrei” 82°, “Un posto nel mondo” poco più su (77°), “E’ una vita che ti aspetto” appena fuori dalla Top 50 (51°), “Il giorno in più” addirittura 39°. Un trionfo assoluto!