E’ stato il sogno di ogni (pre)adolescente avere una professoressa di lettere che fosse possibilmente gnocca, buona come un pezzo di pane, anzi al limite del menefreghismo, che non ci desse mai compiti e ci facesse divertire in classe. Se poi avesse avuto il volto (e il corpo) di Cameron Diaz, dovesse spesso smaltire i postumi dell’abuso di droghe, se ci avesse fatto trascorrere ore ed ore proiettando cult movies al posto di annoiarci sui soporiferi tomi di letteratura, sarebbe stato magnifico!
Ma lo sappiamo, se scaviamo nei nostri ricordi di bimbi degli anni ’70, riaffiorano solo lunghi elenchi di cotonatissime signore o “signorine” di altri tempi, che si presentavano forti di austere mise color tabacco adornate da fularini e da spille tempestate di gemme e smalti ed attentavano al nostro buon umore, assopendoci il tumultuoso ormone con strazianti passaggi di addolorati scrittori dei secoli passati. L’alternativa era rischiare buona parte della pagella con un voto in condotta pessimo facendosi sbattere fuori dalla porta entro il quinto minuto di lezione a cadenza regolare (percorso che la sottoscritta ammette di aver seguito per diverso tempo) ma che comportava, un volta rincasati, primordiali punizioni tra le quali il non poter uscire a sbucciarsi le ginocchia con gli amichetti per diversi giorni.
Si sa i tempi cambiano ma certe cose no e soprattutto Cameron Diaz non fa parte del corpo insegnati di alcuna scuola pubblica americana, è una grande performer che ci intrattiene stampandoci, per tutta la durata della pellicola, un inebetito sorrisetto in volto. Commedia brillante la cui idea è oltremodo intrigante. Qualora abbiate avuto occasione di fare esperienza della provincia (se americana, meglio ancora), troverete alcuni passaggi davvero esilaranti e “per fortuna che l’adolescenza è finita” sarà il vostro pensiero più ricorrente.
La nostra avida, avvenente, scorretta (non solo politicamente) ed incompetente (ma lo sarà davvero?) insegnante, per un paio di tette nuove, se la dovrà vedere con tutta la scuola: da un lato con i piccoli studenti affidati alle sue “amorevoli” cure, dall’altro con quei “compagnoni” dei suoi colleghi che molto sospettosi le daranno del gran filo da torcere. E, incredibilmente, tutto proseguirà come pianificato con pure citazioni e rimandi a commedie del passato più o meno recente. Ci dispiace quindi che sul finale si assista ad una brusca virata buonista e perbenista per mettere gli animi in pace o forse solo per tenersi buona la rigida censura che altrimenti precluderà la visione agli under age… ossia a quella appetitosissima fetta della popolazione alla quale la pellicola è decisamente indirizzata ;-)
Ci piace l’idea che si prendano per i fondelli e si rendano mediocri categorie sino a ieri solo in altro modo demonizzate: Cameron Diaz nel suo quasi one woman show dimostra talento e Justin Timberlake ci rassicura di saper recitare – con un ruolo diametralmente opposto a quelli incarnato nel recente Amici di Letto – ma qualcosa non funziona comunque: mancano le fragorose risate e il finale smonta troppo il nostro entusiasmo.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”