Ho visto una delle più brutte commedie di sempre, una di quelle pellicole che – già durante la prima mezz’ora – ti spingono a domandarti perché mai sia stata tanto osannata. Un autentico fiasco che però riempie le sale un po’ ovunque al punto di essere diventato il vero caso di questo agosto 2011.

Ma partiamo con ordine, il titolo: Le amiche della sposa, è scentrato, le donne che interagiscono con la sposa sarebbe stato più corretto (alcune non sono neppure sue amiche!) o, se proprio vogliamo fare dell’ironia grossolana, le idiote che una sposa può conoscere o ancora quanto le donne possono essere stupide. Quindi rimango interdetta quando penso che pressoché tutte le regine della commedia americana abbiano accettato di partecipare a una simile avventura.

 

Il cast, infatti, è da fuochi d’artificio (con tanto di “certificazione” del Saturday Night Live): vere stelle del firmamento comico americano sono presenti all’appello, tutte in grado di far ridere, se volessero, e allora perché mi viene da piangere? Non una scena da scoppiare in una fragorosa risata, un paio di sorrisi abbozzati per disperazione, perché dovevo divertirmi a tutti i costi (era o non era una commedia?) e poi solo due interminabili abbondanti ore di pura noia.

Leggo ovunque che questa dovrebbe essere la risposta in gonnella a “Una notte da leoni”, anche qui un gruppo (di donne), che col pretesto di organizzare il matrimonio di un’amica, si lasciano andare a chiacchiere sconvenienti su brutte performance sessuali e tristi vite di coppia e inscenano gag che riescono solo a mettere in ridicolo il gentil sesso sino al limite del volgare e/o dell’offensivo. Le femminucce ne escono veramente male da questa non-commedia, che pare più un’opera triste con la quale si deride la donna e la sua miseria. Se la sceneggiatura fosse stata altrimenti scritta, il film si sarebbe trasformato in un efficace dramma, uno di quei tanto onesti quanto efficaci lavori che ogni tanto riusciamo a intercettare nelle sale, invece non è così.

 

Perché arrivare al giro di boa degli anta ed avere rapporti “liberi” (un bel modo per dire senza senso e svilenti), un lavoro altalenante e vivere in condivisione non è il sogno di nessuno, ma purtroppo la condizione di molte persone. Così come che numerose coppie siano spente e quando possono permetterselo al posto di divorziare si riempiono la casa e la vita di bimbi, pensando essi siano la soluzione ai loro problemi, è altrettanto sotto gli occhi di tutti e le battute volgari non esorcizzano la situazione ma amplificano e rendono la scena patetica. Null’altro!

Permettetemi di dissentire e dissociarmi da chi è convinto che questa pellicola sia un modo per affermare la presunta parità dei sessi. Non credo sia necessario vedere una donna defecare in un lavandino per dimostrare che noi tutte abbiamo i medesimi bisogni fisiologici degli ometti. L’unica certezza è che il botteghino sta facendo credere a Judd Apalow e soci di essere migliore di Todd Phillips e dei suoi Leoni tanto deboli quanto casinari, che fanno ridere e non sono mai patetici. Quindi tenetevi forte che i rumors di un sequel son già nell’aria

 

Una pessima opera, qualitativamente sullo stesso piano del nostrano “Femmine contro maschi” (anch’esso campione d’incassi, stra-carico di campioni della comicità del piccolo schermo e inguardabile) che parrebbe essere la risposta americana ai nostri cinepanettoni che tanti consensi raccolgono. Ne facevamo anche a meno…