Spettacolare, esplosivo, avvincente, imprevedibile, divertente fanta-film dal sapore decisamente vintage: questo e molto di più è ciò che vi attende con “Super 8”. J.J. Abrams ha davvero superato sé stesso, gli attori ci hanno fatto dimenticare la loro giovane età ed Elle Fanning è stata superlativa: un pathos da far sbiancare le sue colleghe più grandicelle, ma decisamente meno talentuose. Un azzardo quello del duo Abrams-Spielberg che li ha premiati: creare un film nel film, da una finzione zombie ad una realtà dai connotati ben più horror, senza mai perdere il sorriso sulle labbra. Puro intrattenimento, massimo risultato, scommessa vinta.
Siamo negli anni ’70, in una cittadina di quelle che non sapremmo localizzare su una cartina degli Stati Uniti senza l’ausilio di valido GPS, dove un gruppo di preadolescenti hanno la fortuna di inseguire un sogno: dedicano tutto il loro tempo libero e sacrificano le ore di sonno per girare uno zombie-movie con la cinepresa Super 8 del padre di uno di loro. Fughe notturne, continui sotterfugi, amicizie nascoste, comunicazioni via walkie talkie e tanta voglia di divertirsi porterà i sei giovani protagonisti (molti interpretati da attori non professionisti) a sgattaiolare fuori dalle camerette nel cuore nella notte per rendere realistico il proprio film horror. Le cose prenderanno una piega non prevista: sulla pellicola rimarranno impresse immagini decisamente orripilanti ma non saranno quelle cercate e saranno talmente incredibili da mettere in pericolo (ancor più di quanto già non siano) le vite dei nostri giovani nuovi beniamini, incuriositi/stregati da un mistero, strigliati/puniti dai genitori, incastrati in quella fase di transizione che è la pre-adolescenza con la sua giocosità ed il suo nuovo trasporto emotivo.
La narrazione dell’avventura prettamente fantastica vissuta dal gruppo di amici non dimentica mai infatti la componente umana. Super 8 si presenta pure come storia di amicizia, di rapporti familiari sfasciati a cui concedere una seconda possibilità, di sogni più o meno infranti ma necessari, di crescita e dei primi amori, il tutto con un marchio così retrò da stupirci per quanto appaia ai nostri occhi (parecchio) realistico. Perché innanzitutto siamo di fronte ad un (percepibilissimo) atto di amore del regista per il suo primo filmino in super 8 e per quel cinema che lo ha tanto affascinato da giovane e che lo ha reso oggi un maestro nel combinare la migliore suspense con eventi anomali, un po’ paranormali e dalle fattezze molto aliene, e con l’intrattenimento puro, quello avventuroso ed adrenalinico alla “Mission Impossibile” che cattura molto l’attenzione di noi del pubblico. E ci riesce benissimo! Continui ribaltoni che non ci permettono alcuna distrazione, equilibrio tra gli eventi anomali che si susseguono di continuo e l’inesorabile sviluppo dei rapporti umani senza permettere mai ad uno dei due aspetti di prendere il sopravvento e tanta divertente evasione per due ore di puro … delirio!
Perfetta opera per riaccendere la nuova stagione cinematografica che prenderà il via il prossimo autunno. Adatto a tutti, debolucci di cuore inclusi, molto probabilmente stregherà coloro che sono tra i 30 ed 40 – perlomeno con me ha funzionato
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”