Scrivere e’ anche un po’ parlare con se stessi.
Ecco quindi la recensione di J.A.S.T., sotto forma di domande poste a me stesso.
Ti ho visto con una pila di libri letti e da recensire, e J.A.S.T. non era fra questi. Che cosa e’ successo?
E’ successo che, per la prima volta da un po’, sono rimasto sorpreso. Ultimamente mi ero accompagnato a libri divertenti, commuoventi, noiosi, piatti, insomma tutto ma non sorprendenti. J.A.S.T. incuriosisce già in prima battuta per confezionamento e struttura: il simil-cofanetto DVD tradisce la volonta’ di dare vita ad una narrativa del tutto diversa, basata sul concetto della serie tv e della suddivisione in episodi. Le puntate stesse sono concepite per un tempo di lettura di circa 40 minuti, la durata di una puntata senza pubblicità. E il risultato e’ decisamente intrigante.
Immagino tu ti sia scaraventato sullo scaffale alla prima occhiata, allora…
No, ed e’ piuttosto strano: nel corso degli innumerevoli giri in libreria J.A.S.T. mi era sfuggito, non so se per mia miopia o se per scarsa visibilita’. In realta’ avevo appena riletto “Confine di stato” e Settanta” di Simone Sarasso e mi son fatto – come sempre quando un autore mi appassiona particolarmente – un passaggio on line con l’intenzione di recuperare qualsiasi cosa avesse scritto. Simone e’ co-autore di J.A.S.T. insieme a Lorenza Ghinelli (suo il nerissimo “Il divoratore”, di cui vi raccontero’ fra qualche settimana) e Daniele Rudoni, gia’ impegnato con lo stesso Sarasso nella graphic novel “United We Stand”.
Trama e scrittura sono allo stesso livello dell’idea creativa?
Di più’. Le vicissitudini dei protagonisti scatenano una sorta di gigantesca e pirotecnica caccia all’uomo su scala planetaria, alla scoperta di un mistero di cui non vi diro’ neppure sotto tortura. E sono gli stessi personaggi principali (fra i quali spicca Aisha, giovane guerriera afgana assoldata dalla CIA, semplicemente p e r f e t t a) a generare nel lettore una meravigliosa suspense, una ripetizione di scatti centometristici che lasciano senza fiato.
E’ una lettura che consigli, dunque?
Di consigli me ne lascero’ sfuggire addirittura due: uno ai potenziali lettori amanti del genere (compratelo!) ed uno al terzetto di autori (voglio la seconda serie! seconda serie!)
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.