Mentre faccio un riposino, FPU affronta stoicamente il secondo lungo in concorso:

“Mentre scorrono le immagini del secondo lungometraggio del Mff 2010 – PETIT BEBE’ JESUS DE FLANDR – penso che dopo l’overdose di opere prime di questi giorni urga un antidoto a suon di roboanti e iperveloci film made in Usa. 

Sarà solo una coincidenza delle prime due opere presentate o, ripensando anche all’esperienza dello scorso anno, opera prima è sinonimo di lenti piani sequenza e lunghi silenzi?
Anche il film di questo pomeriggio festivaliero milanese non sfugge a tale regola, anche se lo sforzo di sopraffare l’appesantimento post-prandiale è ricompensato da un film che esibisce un’ottima fotografia in bianco e nero (tranne una parentesi notturna di trasgressivo colore) e che presenta, a tratti a dire il vero, momenti di poesia e dialoghi di forte intensità religiosa.
Il cast, quasi integralmente composto da attori diversamente abili, si rivela l’altro elemento forte caratterizzante la pellicola.
Memorabile la scena su un livido mare del nord battuto dalla pioggia irrompono una flotta di piccole barche su cui è issato il crocifisso a prefigurare fin dal Natale la sorte che attende il Salvatore.”