Venerdì sera inaugurazione del concorso lungometraggi in gremito (nonostante la pioggia) teatro Strehler con la proiezione di Futoko. Film giapponese comico  e grottesco che narra la storia di un solitario pescatore che trova nell’armadio una donna ed un bambino. Lui buono, solo e decisamente goffo decide di accogliere i due “ospiti” inattesi.

Premetto che non ho assolutamente conoscenza cinematografica nipponica e ritengo che la cultura orientale sia diametralmente opposta alla nostra. Condivido quindi la curiosità di noi europei nei riguardi di un mondo così lontano e ogni volta si presenti occasione ci accatastiamo (è il caso di dirlo) per assistere ad eventi che ci possano svelare qualcosa in più. Infatti, il primo lungo è stato preso d’assalto: certo, assai imbarazzante sentir ridere i giapponesi in sala direi 5 buoni secondi prima di noi, ma ehi, loro hanno il vantaggio di capire la lingua originale!

In poche parole: fotografia che ricorda gli anni ’70, pochissimi essenziali dialoghi, ottima mimica, inizio titubante, sviluppo della storia in maniera disomogenea, (un po’ schizofrenica ?) con 1° tempo molto teatrale ed una 2° parte giocata su dialoghi surreali quasi grotteschi che culminano in un finale drammatico ma rigoroso, decisamente composto a conferma della nostra idea che gli asiatici non siano strappalacrime (sarà vero o è solo una casualità?)
Comunque è una storia di solitudine in cui però la disperazione è a tratti ridicola e scene come quella dell’acquisto dell’abito fashion sono talmente surreali da far  dimenticare il retroscena di desolazione.
Buon tentativo, regia che può crescere.